sabato 21 gennaio 2017

La Bestia NON si ferma.

Paura. Il suo odore è ovunque. Solo il sangue riesce a coprirlo, creando a tratti un miscuglio acre e pungente.
Inspiro. Il dolce odore del plasma mi riempie le narici. Delizioso.
Sento caldo. Il pavimento si sta riempiendo di sangue. Mi abbasso. Assaggio la rossa pozza che sta formandosi. Chiudo gli occhi per assaporare il momento. Estasi pura.
Non vi sono suoni, eccetto il sangue che sgocciola sul pavimento in metallo. Non sento gorgoglii? Che sia già morto? Riapro gli occhi.
Nel punto da cui origina la pozza, vi è il cadavere di un uomo: è (o meglio era) un uomo robusto, con braccia forti ed un torace ampio; aveva anche un viso attraente, anche se ora è paralizzato in un’espressione di terrore, mentre con una mano tenta di coprirsi la giugulare.
Mi avvicino. Alle volte fingono di essere morti, sperando di scappare quando mi addormento. Qualche volta li lascio fare, per poi saltargli ancora addosso appena pensano di essere al sicuro. 
Gli sono davanti. Osservo ancora il sua viso. Che fosse un modello? Chissà come l’hanno convinto a venire qui. Avranno fatto leva sulla sua vanità? Che importa, purtroppo è già morto. Peccato, avrei voluto divertirmi di più.


Sbuffo mentre adagio il cadavere con il ventre all’aria. Dopo di che affondo le zanne nell’addome e inizio a nutrirmi. Stacco parte dell’intestino e lo scrollo, per pulirlo dalle feci. Disgustose e orrende feci. Poi passo allo stomaco e agli occhi.
Sento un sapore salato intorno alle orbite. Che abbia anche pianto? Sublime. Il dolce sapore del sangue miscelato con il sale delle lacrime, crea un’alchimia indescrivibile. Nonostante sia morto troppo in fretta, il suo corpo non delude le aspettative. Consumo il resto del cadavere fino alle ossa.
Un’altra vittima si aggiunge alla lista. Il momento si avvicina.
*
-Oh porca puttana! Che macello ha combinato quel mostro?- urla una voce.
-Non lamentarti coglione! Ringrazia di non esserci stato tu nella gabbia al posto suo!- replica un’altra voce. Sono giovani.
-Cazzo, che schifo. Ma perché deve sempre spargere merda da tutte le parti?- continua il primo tappandosi il naso.
-Evidentemente, al contrario di te, a lui non piace mangiare la merda. Forse sei tu il vero mostro- risponde sarcastico il secondo. Altri insulti. Si avvicinano alla gabbia di metallo. Trasportano una specie di aspirapolvere e dei bidoni.
-Cazzo. Guarda che lavoro! Sulle ossa è rimasto nulla! Sembra le abbiano pulite con la candeggina! Maledizione- dice il primo con una punta di ammirazione.
-Vero? E tu non c’eri quando mangiava gli uccelli. Dovevi vedere che pulizia-
-Ma come diavolo hanno catturato questa…cosa?- chiede allora il primo.
-Boh. Quando sono arrivato era già qui. Non so da quanto. Era ancora ferito, ad un arto credo- risponde l’altro pensieroso.
-Sicuro che sia sedato? Non vorrei fare la fine di mister Universo laggiù. Lo hai visto come era prima? Ma come cazzo l’hanno convinto?-
-Credo abbia risposto ad uno degli annunci, qualcosa come essere il volto di una nuova scoperta scientifica o simili. Tutto faccia e niente cervello. E sì. Il gas ha già fatto effetto- risponde il secondo mentre apre la gabbia.
Lo scheletro è steso vicino alla porta, mentre il mostro si trova in un angolo dall’altra parte della gabbia. Il metallo di cui è fatta, resiste a qualsiasi tipo di trazione e stimolo. Ha inoltre un alto punto di fusione, così che non possa essere sciolta dal fuoco e l’acido non può intaccarla. Non vi sono neanche sistemi elettronici, per impedire cortocircuiti. All’esterno vi è anche uno spesso vetro progettato per resistere alle medesime condizioni. Tutto a mano, niente di automatizzato (eccetto i bocchettoni del gas). Il gas soporifero progettato per bloccarla viene immesso in tutta la stanza per poi venire filtrato per permettere agli inservienti di entrare in tutta tranquillità. Tutto sicuro.
La bestia emette dei suoni bassi, come di chi respira profondamente. Sta sicuramente dormendo.
-Muoviamoci. Non mi va di stare troppo tempo in questo luogo del cazzo. Non ci pagano abbastanza per fare da babysitter all’alieno- sbotta quello con le chiavi.
-Ah è un alieno quindi?- chiede il primo ragazzo
-E io che cazzo ne so? Ti sembro uno scienziato? Se lo fossi, non sarei qui a pulire merda e sangue in una stupida gabbia, non trovi?- tuona l’altro. Il primo gli risponde  con un colorito vaffanculo.
Iniziano a pulire. Per prima cosa aspirano i brandelli di carne e i resti delle feci, per poi andare a mettere le ossa in un bidone. Lo fanno tutte le volte che il mostro deve nutrirsi. Un lavoro orrendo e disgustoso ma qualcuno deve pur farlo.
Ci mettono più tempo del solito a togliere il sangue. Sembra essersi incrostato. Che strano. Non è mai successo. Lasciano indietro qualche macchia per dopo.
Non si accorgono che il respiro si fa sempre più lieve. La bestia è sveglia.
*
Eccovi. Pensavate che questo gas mi avrebbe trattenuto per sempre? Poveri illusi. Godetevi il lavoro. Perchè presto non l’avrete più. Vi eliminerò e scapperò. Presto. Forse anche ora. Perchè no?

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