Paura. Il suo odore è ovunque. Solo il sangue riesce a coprirlo, creando a tratti un miscuglio acre e pungente.
Inspiro. Il dolce odore del plasma mi riempie le narici. Delizioso.
Sento caldo. Il pavimento si sta riempiendo di sangue. Mi abbasso. Assaggio la rossa pozza che sta formandosi. Chiudo gli occhi per assaporare il momento. Estasi pura.
Non vi sono suoni, eccetto il sangue che sgocciola sul pavimento in metallo. Non sento gorgoglii? Che sia già morto? Riapro gli occhi.
Nel punto da cui origina la pozza, vi è il cadavere di un uomo: è (o meglio era) un uomo robusto, con braccia forti ed un torace ampio; aveva anche un viso attraente, anche se ora è paralizzato in un’espressione di terrore, mentre con una mano tenta di coprirsi la giugulare.
Mi avvicino. Alle volte fingono di essere morti, sperando di scappare quando mi addormento. Qualche volta li lascio fare, per poi saltargli ancora addosso appena pensano di essere al sicuro.
Gli sono davanti. Osservo ancora il sua viso. Che fosse un modello? Chissà come l’hanno convinto a venire qui. Avranno fatto leva sulla sua vanità? Che importa, purtroppo è già morto. Peccato, avrei voluto divertirmi di più.